le Orche

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sabato 6 ottobre 2012

Il dopo Seregno

Il buongiorno ce lo dà Big Jim in macchina, ricordando una vecchia battuta di Gino Bramieri: «È Seregno qui?» «No, è gnuvolo». A parte queste lepidezze, la giornata si presenta a rischio per un semplice e ripetuto fatto: siamo in pochi, appena sedici, ma le Orche Recco sono solite a questi exploit. Giocando in casa potremmo schierare squadre da calcio fiorentino (si gioca in 27 per parte!), mentre in trasferta dobbiamo fare i salti mortali per trovare il ruolo adatto a ciascuno.
Ovviamente, si fa quel che si può…
Comunque, grazie al navigatore satellitare riusciamo ad arrivare, non al campo bensì alla stazione di Seregno, dove uno dei loro ci viene a raccogliere, previa telefonata di s.o.s.
Per fortuna non ci sono altri contrattempi, possiamo iniziare a giocare. I nostri avversari vanno in vantaggio verso la metà del primo tempo, con i loro tre quarti che trovano la superiorità numerica sulla sinistra. Ma da parte nostra ci sono troppi errori, scarsa concentrazione e parecchi giocatori che parlano parecchio in campo, tanto da farsi richiamare dall'arbitro.
Prima di questa azione, gli Olders Seregno erano arrivati a un passo dalla segnatura: letteralmente, perché il loro portatore di palla l'ha schiacciata ai cinque metri invece che nell'in goal area. Si riprende il gioco con una mischia a nostro favore.
Nel secondo tempo il copione varia di poco; iniziamo un po' meglio, perdiamo meno palloni e sull'azione seguente a una mischia Big Jim corre per almeno mezzo campo e pareggia.
Ma non dura, continuiamo a giocare con poca lucidità, finché un calcio di liberazione dai loro ventidue viene raccolto – da loro, of course – dentro i nostri ventidue e arriva la meta del 2 a 1.
Ci si accorda quindi per continuare a giocare: nella terza frazione, dopo una lavata di capo memorabile da parte di Ale One man band, oggi capitano, si riesce a pareggiare con Claudio che dalla posizione di primo centro entra a cannone e, anche se abbrancato alla bell'e meglio da un avversario, segna. Il gioco stavolta è tutto nella metà campo dei nostri avversari, ma restituiamo il favore con gli interessi: anche due dei nostri arrivano a cinque metri invece che in area di meta, quindi almeno due marcature ci mancano nello score finale.
Ma pazienza, nessuno si è fatto male (tranne Walter che è uscito con un dito massacrato), e salamelle e birra ci hanno riconciliato col mondo.
Il trofeo Mani di Merda non è stato assegnato, poiché più di un giocatore (compreso me) ha onestamente ammesso di essere meritevole di tale poco ambito premio. Giovedì prossimo, dopo l'allenamento, ne parleremo; è chiaro che Bacci (detentore uscente) va considerato decaduto e, al massimo, ci sarà un periodo di vacanza del premio stesso.

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